Confini da Gauguin a Hopper
Canto con variazioni
Passariano di Codroipo (UD), Villa Manin, Esedra di Levante
11 Ottobre 2025 - 12 Aprile 2026
Passariano di Codroipo (UD), Villa Manin, Esedra di Levante
11 Ottobre 2025 - 12 Aprile 2026
mostra a cura di
Marco Goldin
Passariano di Codroipo (UD), Villa Manin, Esedra di Levante
11 ottobre 2025 - 12 aprile 2026
La prima sala della mostra, nell’Esedra di Levante del tutto ristrutturata e trasformata dalla Regione Friuli Venezia Giulia, nel complesso dogale di Villa Manin, ospita, con cinque capolavori, un vero e proprio sommario dell’intero percorso espositivo. Che è poi un immenso viaggio nella meraviglia della pittura del XIX e del XX secolo, sia in Europa sia in America.
La sala inaugurale quindi, a sua volta suddivisa in due distinte zone. Nella prima, campeggia uno tra i maggiori pittori contemporanei: Anselm Kiefer, a rappresentare l’idea di un orizzonte post vangoghiano, nel superamento di una linea lungo una strada che si fa confine dilagante.
Un confine del tutto diverso è quello del giardino. È il luogo in cui i confini si fanno raccoglimento, immaginata chiusura e invece attraverso il cielo diventano larghissima immensità possibile. Non c’è alcun altro giardino nella storia dell’arte, se non quello di Claude Monet a Giverny, che annuncia in questo modo la presenza suadente di ciò che si tende fino all’estremo limite. In questa prima stanza una vasta tela di Monet racconterà la trama damascata degli iris e lo stagno miracoloso delle ninfee. Kiefer e Monet uno accanto all’altro per questo motivo. Il dilagare e l’apparente ritrarsi.
Nella seconda zona della prima sala a giganteggiare sarà il paesaggio. Infatti, gli elementi geografici del mare, del cielo e della montagna sono in questa mostra il raggiungimento che conduce verso i confini di uno spazio che spesso si allinea all’immenso. Dunque, in questo sommario si vede una delle più belle versioni della famosissima Onda di Gustave Courbet e l’unione di montagne e cielo in un artista forse meno noto al grande pubblico, ma meraviglioso, come lo svizzero Ferdinand Hodler tra fine Ottocento e inizio Novecento.
Un secondo quadro di Monet evoca alla perfezione, riassunto dei riassunti, l’idea del confine nella natura abitato dall’uomo, ma in assenza. La casa dei doganieri, sulla costa di Normandia, si eleva sopra uno spazio di cui non si intravede la fine. È l’idea post-romantica, splendidamente espressa, di un luogo che tutto accoglie nella sua dilatazione.