Confini da Gauguin a Hopper

Canto con variazioni

Passariano di Codroipo (UD), Villa Manin, Esedra di Levante
11 Ottobre 2025 - 12 Aprile 2026

mostra a cura di
Marco Goldin

Passariano di Codroipo (UD), Villa Manin, Esedra di Levante

11 ottobre 2025 - 12 aprile 2026

Lo spettacolo teatrale
Udine, Teatro Nuovo Giovanni da Udine - 21 marzo 2025

Marco Goldin
Curatore della mostra

Un flusso di bellezza, tra immagini, parole e musica. Un viaggio tra luoghi e storie, tra occhi e paesaggi, in Europa e in America. Tra un giardino e il cielo. Tutto a confluire sullo spazio magico di un palcoscenico, perché lo spazio di un teatro è quanto di più desiderabile per tenere insieme, come un’unica sostanza, la pittura alle parole, la pittura alla musica. E così ogni volta accade che si ripeta il miracolo.

Questa volta il grande Teatro di Udine, esaurito, ha ospitato il racconto che anticipava la mostra Confini da Gauguin a Hopper, che si aprirà a Villa Manin il prossimo 11 ottobre. Prima di tutto il mio desiderio di raccontare la meraviglia di ben oltre cento opere e dei loro autori, e farlo anche grazie ai più moderni strumenti della tecnologia. Ho sempre amato utilizzare quanto la contemporaneità ti mette a disposizione per far vivere di luce nuova i colori della pittura. Allora immagini dei quadri sì, ma anche video e suggestioni visive, in un andare delle cose tra emozione e conoscenza.

E poi ci sarebbe la questione della musica, quel rapporto per me inscindibile nei racconti teatrali che faccio sulla pittura. Ho trovato in Remo Anzovino uno straordinario compagno di viaggio, una sensibilità in comune nel legare colori, parole e note. Anche in questa circostanza abbiamo lavorato insieme, e per tale occasione si è unita a noi la parte degli archi della FVG Orchestra, per una collaborazione apprezzatissima. Chi c’era in Teatro ha vissuto questa dimensione di equilibrio e fusione. D’amore nei confronti della pittura e di ciò che rappresenta di più vero.

Remo Anzovino
Compositore delle musiche

Lavorare alle musiche di scena dello spettacolo che annunciava la mostra Confini da Gauguin a Hopper è stato una vera gioia per gli occhi e per l’anima.
Avere a disposizione l’orchestra mi ha consentito di tradurre in suono il significato multiforme di “confine” come magicamente composto da Marco Goldin.
Il mio viaggio è stato dosare i colori delle sezioni nella relazione con il mio strumento, il pianoforte, e quindi declinare una musica che trasportasse nell’altrove, in qualcosa che rendesse palpabilmente eterni gli attimi fissati sulla tela dai grandi artisti esposti, curare i particolari come elementi che convergono verso l’universale.

Marco Goldin da sempre considera la musica non un elemento decorativo dei suoi lavori sull’arte in teatro, ma un vero contraltare in continuo dialogo con la sua narrazione.
Questa per un compositore è una grande fortuna, una grande possibilità.