I webinart di Marco Goldin
La più bella arte dell'Ottocento e del Novecento
Un ciclo di lezioni da non perdere
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Dopo quasi un anno di dirette su Facebook, e oltre 50 ore di contenuti realizzati sempre da Marco Goldin, offerti ogni volta a titolo gratuito da Linea d’ombra e che hanno registrato l’incredibile successo di 3 milioni di visualizzazioni totali, dal gennaio 2021 sono iniziati I webinart di Marco Goldin.
Un canale esclusivo riservato alla pittura e alla scultura, in cui Marco Goldin dà vita a un vero e proprio corso di storia dell’arte sull’Ottocento e il Novecento. Occasione quindi unica e irripetibile per continuare ad ascoltare le sue lezioni e i suoi racconti sull’arte, ancora più approfonditi e sempre con il tono che avete imparato a conoscere e ad amare. Mai cattedratico e invece sempre colloquiale e narrativo, empatico.
Le lezioni/racconto, della durata ciascuna di circa due ore, originariamente proposte in diretta su Zoom, verranno progressivamente pubblicati su Gumroad per la visione in streaming.
La prima di due lezioni dedicate da Marco Goldin al rapporto così intenso tra i fratelli Van Gogh, Vincent e Theo. Con il contrappunto di molte immagini, tra quadri e disegni degli anni iniziali dell’operosità di Vincent, ma anche un video e foto dei luoghi olandesi in cui hanno vissuto, questa prima puntata sulla vicenda dei due fratelli è una vera e propria occasione di nuova conoscenza. Appoggiata molto anche alla lettura delle lettere che si sono scambiati, la lezione intreccia di continuo i dati delle due biografie. Questo fin dagli anni della fanciullezza a Zundert nel Brabante, con le opere che a partire dal 1880, al tempo in cui visse nella miniera di Marcasse nel Borinage in Belgio, fanno di Vincent finalmente un artista.
La seconda di due lezioni dedicate da Marco Goldin al rapporto così intenso tra i fratelli Van Gogh, Vincent e Theo. Con il contrappunto di molte immagini ma anche foto dei luoghi francesi in cui Van Gogh ha vissuto, questa seconda puntata sulla vicenda dei due fratelli è una splendida occasione per immergersi nella pura bellezza dei colori. La scoperta del giallo, tra il grano e i girasoli, e poi l’azzurro dei cieli attraversati dal bianco delle nuvole. Appoggiata molto anche alla lettura delle lettere che si sono scambiati, la lezione intreccia di continuo i dati delle due biografie, dagli anni trascorsi insieme a Parigi, nel quartiere di Montmartre, tra il febbraio del 1886 e il febbraio del 1888, poi gli oltre due anni in Provenza sotto la luce del Sud, fino alle ultime settimane vissute da Vincent a Auvers, a nord di Parigi.
Marco Goldin in questa lezione racconta il lungo tempo che Claude Monet ha riservato alla pittura delle ninfee nel suo giardino incantato a Giverny, nella bassa Normandia. Tre decenni, dalla fine dell’Ottocento sino alla morte negli anni Venti del secolo successivo, che hanno visto nascere capolavori universalmente noti. Una trama di pittura come poche altre volte si è visto. Con un ricchissimo corredo di immagini meravigliose delle opere, assieme a foto della proprietà di Giverny tra salici, ninfee e il celeberrimo ponte giapponese, la lezione conduce alla comprensione dell’idea della fine dell’impressionismo e della nascita di un’arte diversa, che addirittura anticipa parte dell’astrazione novecentesca.
Marco Goldin in questa lezione racconta l’ultimo decennio della vita, avventurosa e straordinaria, di Paul Gauguin. Il tempo da lui trascorso a Tahiti tra il 1891 e il 1893 e, dopo l’intermezzo in Europa tra Parigi e la Bretagna, nuovamente dal 1895 al 1901, prima di prendere la via delle isole Marchesi, dove morirà due anni dopo. Colori sontuosi e damascati sono quelli che appartengono a questo tempo mitico, una sorta di età dell’oro, alla ricerca di un Eden perduto. Quadri famosissimi che arricchiscono il vasto corredo iconografico della lezione, assieme a foto dei paesaggi tahitiani cari a Gauguin. Donne adagiate sulla sabbia davanti all’acqua misteriosa dell’oceano, paesaggi di valli segrete tra le montagne e il cielo.
Una lezione di indubbio fascino questa di Marco Goldin, alla scoperta di contatti per nulla conosciuti tra questi due grandi artisti che trasferiscono l’impressionismo dentro le correnti di un paesaggio e un ritratto interpretati. Van Gogh e Munch non si incontrarono mai in vita e Van Gogh non vide mai alcun quadro del pittore norvegese. Munch invece fu scosso dalla conoscenza dell’opera di Van Gogh, che avvenne compiutamente nei suoi periodi trascorsi a Parigi. Decisiva fu la sua visita all’ottava edizione del Salon degli Indipendenti nel 1890, dove vennero esposti dieci quadri meravigliosi dell’artista olandese. Da lì una lunga serie di incroci della pittura, che questa lezione mette bene in evidenza, dalle notti stellate ai seminatori, dai ritratti all’Urlo.
La prima di due lezioni che Marco Goldin dedica a un tema affascinante e meno noto in Europa. Il racconto, in questa prima parte, di una pittura che significhi l’affermazione del concetto di nazione, quella giovane americana. Attraverso un racconto insieme chiaro e frutto di lungo studio sulla materia, sfileranno immagini splendide dei pittori della cosiddetta Hudson River School, da Thomas Cole a Edwin Church, a fissare i canoni del nuovo paesaggio americano, agganciato all’idea del sublime. Dalle cascate del Niagara fino ai grandi spazi dell’Ovest, tra Yellowstone e Yosemite. E anche la descrizione in pittura della vita in quei territori, con l’apparizione dei nativi americani dipinti per esempio da Catlin prima e Remington poi. Fino all’esplosione del fenomeno dell’impressionismo americano, sull’esempio ovviamente di quello francese.
La seconda di due lezioni che Marco Goldin dedica alla grande arte americana che si è sviluppata nel XIX e XX secolo. In questa seconda parte, l’approfondimento del tema legato al vasto spazio americano, che provenendo dalle incantate immagini ottocentesche trova in Winslow Homer, a cavallo tra i due secoli, un pittore di collegamento. Sulle coste del Maine, dove anche Homer vive a lungo, si sviluppa larga parte della lezione, per l’arrivo successivamente di Edward Hopper, l’artista di fama planetaria che sposta il dato della descrizione sempre di più verso l’introspezione psicologica. Poi la grande stagione dell’astrazione e dell’informale a metà Novecento, da Mark Rothko a Jackson Pollock, fino alla presenza di meravigliose figure solitarie come quelle di Richard Diebenkorn e Andrew Wyeth, che rappresentano l’America nel suo lato meno eroico e invece intimo.