Confini da Gauguin a Hopper

Canto con variazioni

Passariano di Codroipo (UD), Villa Manin, Esedra di Levante
11 Ottobre 2025 - 12 Aprile 2026

mostra a cura di
Marco Goldin

Passariano di Codroipo (UD), Villa Manin, Esedra di Levante

11 ottobre 2025 - 12 aprile 2026

Il confine interiore

Dopo la sala introduttiva, le due successive sono dedicate al confine interiore, dunque inizialmente alla propria immagine nella forma dell’autoritratto. Si tratta della ricerca del confine attraverso lo sguardo introspettivo, ciò che al filosofo tedesco Johann Gottlieb Fichte aveva fatto scrivere: “Distogli lo sguardo da tutto ciò che ti circonda e guarda dentro te stesso”.

Vincent van Gogh, Autoritratto, 1887
Hartford, Wadsworth Atheneum Museum of Art, dono di Philip L. Goodwin in memoria della madre, Josephine S. Goodwin.

Per questo motivo il confine si cerca nello sprofondamento dentro sé stessi, con alcuni autoritratti di Edvard Munch, Vincent van Gogh, Paul Gauguin e poi due autori di lingua tedesca che a inizio Novecento vivono quella stessa bruciatura dell’essere, come Ferdinand Hodler e soprattutto Ernst Ludwig Kirchner. Raffigurare il proprio volto metteva in contatto con la profondità di un confine che sempre più veniva inabissandosi, per toccare la dimensione del sacro che spalanca le porte di un eterno comunque sempre graffiato dalla vita.

Ferdinand Hodler, Autoritratto, 1900
Stoccarda, Staatsgalerie, acquisito nel 1908
© Stoccarda, Staatsgalerie

Il percorso poi prosegue con una galleria di splendidi ritratti - da Gustave Courbet a Edouard Manet, da Edgar Degas a Pierre-Auguste Renoir - che presentano quella disposizione di silenzio sospeso e nostalgico che certifica, quale mondo intimo, la ricerca nei volti di un confine quotidiano. La stessa cosa che, lo si vedrà, avverrà anche nella descrizione del cielo, l’ultimo segno di confine che la mostra affronta.

Edouard Manet, Lo scrittore Henri Rochefort, 1881
Amburgo, Hamburger Kunsthalle
© Hamburger Kunsthalle/bpk - Photo: Elke Walford

Questa sospensione di silenzio torna ovviamente in Amedeo Modigliani, dentro una lingua pittorica nuovissima e ormai tutta novecentesca, prima che la mostra faccia una sosta importante su due figure straordinarie della seconda parte del XX secolo. Si tratta di alcuni ritratti eseguiti da Francis Bacon e Alberto Giacometti, un confine quasi di carne bruciata, di sguardi allarmati, in quel precipitare alla ricerca spasmodica del proprio confine interiore dentro il viluppo della contemporaneità.